Nessun cegliese ricorda a
memoria che dalla nascita della repubblica ad oggi Ceglie abbia subito l'onta
di un
ribaltone amministrativo. Nessuno aveva mai osato tradire il mandato
ricevuto dagli elettori. Solo Antonino a Brindisi osò tanto e non finì certo bene.
Le parole che stanno
caratterizzando questa stagione amministrativa e cioè ribaltone, inciucio, tradimento,
voltagabbana, incoerenza sono la fotografia dell'errore perpetuato da Luigi
Caroli, trasformatosi in un irriconoscibile dottor Jekyll e mister Hyde,
costretto da non si sa cosa a consegnarsi mani e piedi ai suoi nemici di
sempre.
La dispendiosa lettera inviata
ai cegliesi è stato il peggior autogol possibile, nemmeno Bruto avrebbe fatto
una cosa del genere, soprattutto se come sembra la penna sia ancora una volta
di altrui soggetto. D'altronde settimane prima aveva inviato un'altra
lettera ai cegliesi chiedendo il voto per Ciracì e ancora prima lo aveva
ringraziato pubblicamente al teatro cittadino, della serie credibilità zero o
sdoppiamento della personalità.
Mai come in questo caso
bisognerebbe dire che il potere logora chi non l'ha mai avuto.
Il Pdl era diventato il suo
partito, ne era tesserato e quindi non accettarne le regole è un atto non
condivisibile da nessuno, la stessa barzelletta che Nicola Ciracì è ingombrante
è una giustificazione che non tiene, d'altronde si conoscono e si frequentano
da 40 anni e quindi nessuno può comprendere la sua giravolta. La verità che
esce fuori è la ricerca della gestione del cabotaggio spicciolo, di
tutto quanto è border line al suo mondo di assicurati.
In tre anni di amministrazione
tutti sanno che l'azione amministrativa è stata portata avanti dagli uomini
ortodossi del PDL cegliese, a loro si devono tutte le realizzazioni nessuna
esclusa, mentre di Caroli nulla si ricorda se non la promessa dei campi da golf
e lo spegnimento delle candeline ai nostri anziani concittadini che raggiungono
la venerabile età di 100 anni.
Dei consiglieri adepti del
Caroli peraltro credo che i cegliesi oltre a non conoscerne le generalità
abbiano steso su di loro il velo pietoso.
Sono bastate un paio di
settimane senza la guida del leader del pdl messapico per ridurre il comune a
un luogo famoso per le revoche in autotutela simbolo (come scrivono i
pidiellini) dell'improvvisazione amministrativa.
La cosa che impressiona è che
mentre gli esclusi dalle stanze del potere continuano l'impegno con la
costituzione di associazioni subito attive, iniziative, incontri gli adepti del
Caroli sono afoni, espulsi dal proprio partito e alla ricerca di una identità
perduta. L'accusa generale che viene rivolta a costoro è la mediocrità politica
ed amministrativa, che a dire il vero sta uscendo fuori in modo preponderante.
D'altronde mandare a casa il
più suffragato della città e l'assessore unanimemente riconosciuta come la più
brava per sostituirli con due carneadi è un atto di scelleratezza politica che
denota come oramai il Caroli brancoli nel buio.
Incomprensibile risulta
l'alleanza con l'Argese che potrebbe essere denominato il "Gigi La
Trottola" della politica brindisina, capace di saltare come Tarzan da una
liana all'altra o meglio da un partito all'altro come se fosse una cosa normale
e quindi capace di abbandonare la zattera odierna con la scusa del
riavvicinamento tra UDC e PDL nell'ottica del partito Popolare europeo. Mai
dire mai rimane il motto del personaggio e quindi nessuno si meravigli di
niente.
Un dato è certo Caroli ha
distrutto una vittoria elettorale costruita con il sudore di tanti, con la
credibilità politica di chi guidava la coalizione, con il voto di migliaia di
cittadini onesti che mai avrebbero pensato di essere traditi, sta disfacendo un
programma amministrativo che i cittadini avevano scelto liberamente.
Nessun
motivo potrà mai giustificare cotanto inutile e basso tradimento!
Mr. Roger Scruton